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... mentre la pittrice ci fa vedere gli olii, gli
acquerelli e i disegni che rispecchiano il suo stato
d'animo e l'assillo artistico nelle luci di notte,
nelle esitazioni, nelle esclamazioni, nella
grandezza, negli uccelli di fuoco, nella farfalla,
nel furore, nella liberazione, negli incontri, nella
fragilità, nei sentimenti, nel colore come
messaggio, ci sembra di rileggere, nella memoria
improvvisa, le pagine della poesia ingenua e
sentimentale dello Schiller che delineano un primo
concetto della poesia moderna, per i suoi aspetti
diversi da quelli della classica e antica poesia,
estendendola nel carattere più spontaneo, immanente,
infinito anziché finito, spirituale anziché
materiale, e da qui il piacere di perderci con la
pittrice nelle astrazioni metafisiche, surreali,
esistenziali.
Anche l'Herder troverebbe in questi titoli e in
queste acrobazie della De Matteis la pittura come
sogno, come opera d'una incantatrice. Ma faremmo
torto alla poetica boccioniana se meditando sul suo
colore come messaggio, non ripetessimo a noi stessi
le parole del maestro del futurismo: « Noi ci
identifichiamo nella cosa ». Il che ci aiuta a
comprendere come l'artista, giovane ed emotiva,
abbia potuto trovare un suo modo di vedere l'oggetto
e quindi di rappresentarlo, « concependo l'oggetto
dal di dentro, cioè vivendolo, e dandogli una
espansione e una forza, che lo fanno manifestare e,
creando simultaneamente la relazione con l'ambiente
». E cosi ci troviamo vicini le parentele ideali di
casa nostra, Boccioni, Balla, Severini, prima di
trovarci a Bruxelles fra le pareti di quell'accademia
e fra gli spiriti di altri grandi maestri ideali, da
Mondrian a Kandinski. Il modo con cui Mondrian e
giunto a forme pure astratte e un modo graduale di
eseguire una serie di opere che avevano un unico
tema. L'albero di Mondrian si alterna fra una fase
naturalistica e altre fasi audaci, dal liberty al
fauve, dal cubista all'astratto. Il colore come
messaggio per la De Matteis e l’ossigeno che da vita
agli uccelli di fuoco, alle farfalle, alle
esclamazioni, alle esitazioni, alle luci di notte,
in tutte queste esaltanti fantasie poetiche dal
colore che frugano nel sogno o nella memoria
allucinante per cercare il proprio io interiore, la
vita, la vera ragione di vita, con una pittura
ispirata a visionarismo spiritualista, perciò
radicata in visioni metafisiche o surreali, in
prospettiva vertiginosa di altri mondi. E
s'intravedono anche i grandi spiriti di Kandinsky e
Klee ingigantiti da liriche e musicali sensibilità.
Come le improvvisazioni del primo nelle esclamazioni
della De Matteis si notano forme espressive
musicali, col colore a macchia e col disegno a Klee
nervose e col tono evocativo di stati d'animo
particolari, e cosi le Composizioni del secondo, o i
Ritmi, confermano le affinità elettive nell’apertura
verso spazi, come la grandezza, l'immensità
leopardiana, della pittrice di Alba che ci desta un
grande desiderio di assoluto spirituale coincidente
con l'assoluto esistenziale. Affinità da considerare
fondamentali per comprendere il travaglio intimo e
lo spirito di ricerca di Adele Giuliana De Matteis,
che attinge la propria forza dalla convinzione che
l'esistenza, le singolarità, gli smarrimenti della
vita, il mistero della natura coi suoi esseri
viventi sono immersi nel grande spettacolo degli
eventi incontrollabili del mondo, che l’anima capta
e l'artista registra sulla carta o sulla tela.
L'essenziale va oltre ciò che si vede, e quindi si
crea, quasi s'inventa, perchè la vera dimensione
dell'uomo non è nel gia creato o vissuto, ma in ciò
che non si vede, in ciò che forse deve ancora
accadere.
Ecco i momenti creativi dell'artista mirante a
innalzare l’anima a un'altezza individuale, là dove
lo spirito si protende verso realtà superiori, e non
è facile rappresentare queste realtà non comuni nel
pino euclideo d’una tela fra le coordinate delle
forze dell’anima umana.
Da
questa esigenza rappresentativa scaturiscono il suo
carattere e il suo stile. E’ evidente che il
problema di una tale arte è quello che concerne la
stessa forma problematica espressiva esistenziale
che non ha limiti, così come è ricca di risonanze,
non tutte facili a percepirsi a prima vista. Ogni
invenzione entra a formare la sua esistenza fatta di
percezioni che sono il rapporto dell’artista col suo
mondo fondato sull’interiorità o fantasia creativa
nelle infinite possibilità di cogliere momenti e le
cose della vita. Possibilità che diventano opere
d’arte, possibilità trascendenti Kantiane dell’uomo
che vive sotto la minaccia delle alternative
incontrollabili e fatali o nella gioia di una
giornata di sole.
Questa è l’artista che non ha limiti nel vedere e
nell’intendere il suo mondo, né barriere che per
esprimersi, alla maniera anche fauve, per la quale
“la natura è soltanto un’ipotesi”, in libertà
lirica, con risorse d’incanto e di splendore del
colore, nella varietà dell’anima e della realtà. |
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