Adele Giuliana De Matteis
  la critica  
 

 

 
 

... mentre la pittrice ci fa vedere gli olii, gli acquerelli e i disegni che rispecchiano il suo stato d'animo e l'assillo artistico nelle luci di notte, nelle esitazioni, nelle esclamazioni, nella grandezza, negli uccelli di fuoco, nella farfalla, nel furore, nella liberazione, negli incontri, nella fragilità, nei sentimenti, nel colore come messaggio, ci sembra di rileggere, nella memoria improvvisa, le pagine della poesia ingenua e sentimentale dello Schiller che delineano un primo concetto della poesia moderna, per i suoi aspetti diversi da quelli della classica e antica poesia, estendendola nel carattere più spontaneo, immanente, infinito anziché finito, spirituale anziché materiale, e da qui il piacere di perderci con la pittrice nelle astrazioni metafisiche, surreali, esistenziali.

Anche l'Herder troverebbe in questi titoli e in queste acrobazie della De Matteis la pittura come sogno, come opera d'una incantatrice. Ma faremmo torto alla poetica boccioniana se meditando sul suo colore come messaggio, non ripetessimo a noi stessi le parole del maestro del futurismo: « Noi ci identifichiamo nella cosa ». Il che ci aiuta a comprendere come l'artista, giovane ed emotiva, abbia potuto trovare un suo modo di vedere l'oggetto e quindi di rappresentarlo, « concependo l'oggetto dal di dentro, cioè vivendolo, e dandogli una espansione e una forza, che lo fanno manifestare e, creando simultaneamente la relazione con l'ambiente ». E cosi ci troviamo vicini le parentele ideali di casa nostra, Boccioni, Balla, Severini, prima di trovarci a Bruxelles fra le pareti di quell'accademia e fra gli spiriti di altri grandi maestri ideali, da Mondrian a Kandinski. Il modo con cui Mondrian e giunto a forme pure astratte e un modo graduale di eseguire una serie di opere che avevano un unico tema. L'albero di Mondrian si alterna fra una fase naturalistica e altre fasi audaci, dal liberty al fauve, dal cubista all'astratto. Il colore come messaggio per la De Matteis e l’ossigeno che da vita agli uccelli di fuoco, alle farfalle, alle esclamazioni, alle esitazioni, alle luci di notte, in tutte queste esaltanti fantasie poetiche dal colore che frugano nel sogno o nella memoria allucinante per cercare il proprio io interiore, la vita, la vera ragione di vita, con una pittura ispirata a visionarismo spiritualista, perciò radicata in visioni metafisiche o surreali, in prospettiva vertiginosa di altri mondi. E s'intravedono anche i grandi spiriti di Kandinsky e Klee ingigantiti da liriche e musicali sensibilità. Come le improvvisazioni del primo nelle esclamazioni della De Matteis si notano forme espressive musicali, col colore a macchia e col disegno a Klee nervose e col tono evocativo di stati d'animo particolari, e cosi le Composizioni del secondo, o i Ritmi, confermano le affinità elettive nell’apertura verso spazi, come la grandezza, l'immensità leopardiana, della pittrice di Alba che ci desta un grande desiderio di assoluto spirituale coincidente con l'assoluto esistenziale. Affinità da considerare fondamentali per comprendere il travaglio intimo e lo spirito di ricerca di Adele Giuliana De Matteis, che attinge la propria forza dalla convinzione che l'esistenza, le singolarità, gli smarrimenti della vita, il mistero della natura coi suoi esseri viventi sono immersi nel grande spettacolo degli eventi incontrollabili del mondo, che l’anima capta e l'artista registra sulla carta o sulla tela. L'essenziale va oltre ciò che si vede, e quindi si crea, quasi s'inventa, perchè la vera dimensione dell'uomo non è nel gia creato o vissuto, ma in ciò che non si vede, in ciò che forse deve ancora accadere.

Ecco i momenti creativi dell'artista mirante a innalzare l’anima a un'altezza individuale, là dove lo spirito si protende verso realtà superiori, e non è facile rappresentare queste realtà non comuni nel pino euclideo d’una tela fra le coordinate delle forze dell’anima umana.

Da questa esigenza rappresentativa scaturiscono il suo carattere e il suo stile. E’ evidente che il problema di una tale arte è quello che concerne la stessa forma problematica espressiva esistenziale che non ha limiti, così come è ricca di risonanze, non tutte facili a percepirsi a prima vista. Ogni invenzione entra a formare la sua esistenza fatta di percezioni che sono il rapporto dell’artista col suo mondo fondato sull’interiorità o fantasia creativa nelle infinite possibilità di cogliere momenti e le cose della vita. Possibilità che diventano opere d’arte, possibilità trascendenti Kantiane dell’uomo che vive sotto la minaccia delle alternative incontrollabili e fatali o nella gioia di una giornata di sole.

Questa è l’artista che non ha limiti nel vedere e nell’intendere il suo mondo, né barriere che per esprimersi, alla maniera anche fauve, per la quale “la natura è soltanto un’ipotesi”, in libertà lirica, con risorse d’incanto e di splendore del colore, nella varietà dell’anima e della realtà.

 
 

Elio Marcianò

 
 
 
    
 
 

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